Elena Campanini

Sono nata e vissuta a Siena fino a quando mi sono trasferita a Roma per studiare Psicologia presso l’Università  degli Studi “La Sapienza” di Roma. Attualmente vivo e lavoro prevalentemente a Monza, ma esercito con passione la mia professione anche a Bergamo e a Siena.

Avendo praticato fin da piccola sport a livello agonistico, il rapporto corpo- mente, ha sempre fatto parte della mia quotidianità  e del dialogo interno con me stessa.

Lo sport mi ha insegnato che non si può essere in salute, se non vi è un rapporto armonico dell’organismo nella sua interezza; che ogni seduta di allenamento ha insita la ricerca ottimale e allo stesso tempo il rispetto di questa condizione per migliorarsi in salute; che l’ascolto del corpo in termini empirici è il canale elettivo e preferenziale per giungere a questo scopo; al contrario la sordità  persistente ai segnali psicofisici porta immancabilmente al disequilibrio, allo stress, alla perdita di efficacia e di prestanza e alla conseguente sofferenza.

Dunque dall’esperienza sportiva il rapporto mente -corpo è diventato per me il tema trasversale della mia formazione e che mi accompagna ogni giorno nella pratica clinica.

Ho frequentato numerose scuole di formazione clinica ad orientamento psicodinamico con integrazione corporea, di Analisi Bioenergetica e Umanistico-Esistenziale. Sono esperta in tecniche di rilassamento psicocorporeo. Ho una formazione e una consolidata esperienza nel campo della Psicologia dello Sport, della Psicologia della Salute; negli ultimi venti anni nel mio percorso di formazione sono approdata alla patica personale e allo studio della Mindfulness e della Psiconeuroendocrinoimmunologia, detta più comodamente PNEI.

Il loro incontro ha rappresentato per me l’occasione per ampliare e rivedere la panoramica dei miei paradigmi di studio e di riferimento culturale principalmente rispetto al concetto di cura e di terapia, a cosa significhi curare, curarsi e alla differenza fra ciò che rappresenta una terapia e ciò che può essere terapeutico; infine ha significato pensare alla malattia come un processo con causalità  multifattoriale; di conseguenza al processo di cura come la sommatoria di più modalità  d’intervento di tipo integrato e supportivo, finalizzata al ripristino di una condizione di equilibrio psicofisico venuta meno; ciò mi ha portato ed intraprendere una serie di formazioni universitarie che fondano i loro insegnamenti su paradigmi che superano l’approccio riduzionistico al corpo e alla malattia; ha significato anche aprire alla “Evidence Based Medicine”, la medicina basata sull’evidenza, talvolta non così puntualmente replicabile come la scienza positivista pretenderebbe, ma non per questo da aborrire.

Sono per questo in formazione continua nell’ ambito delle Scienze Psicobiologiche in ottica PNEI e della Medicina Integrata, coniugate con le metodiche Mindfulness applicate alle Neuroscienze.

Dal 2016 mi dedico allo studio della Psicobiotica, disciplina che studia il rapporto fra microbiota intestinale e i disturbi psicologici e psichiatrici.

Ritengo lo sport e l’attività  motoria come potenti fattori co-terapeutici e coadiuvanti al processo di cura e di guarigione, così come l’alimentazione, l’ ambiente e lo stile di vita.